Organico | Soli (soprano, tenore, basso), coro e orchestra (archi, flauti, clarinetti, oboi, fagotti, corni, trombe, tromboni, timpani, mandolino) - Continuo (cembalo e violoncello) nei recitativi |
Trama | Siviglia, XVI secolo. Il Commendatore accorso in difesa dell'onore della figlia Donna Anna, viene ucciso dall'audace seduttore, il nobile Don Giovanni: Il duca Ottavio, promesso sposo di Donna Anna, giura di scoprire l'assassino, mentre questi fugge coperto dalle tenebre assieme al servo Leporello.
Raggiunto da Donna Elvira, una delle passate amanti, Don Giovanni abbandona ancora la scena, lasciando Leporello a sciorinare il "catalogo" delle conquiste amorose dello straordinario seduttore. Intanto si stanno svolgendo i festeggiamenti per le nozze di due contadini, Masetto e Zerlina: Don Giovanni seduce la sposina e, con minacce e lusinghe, riesce a star solo con lei. Ma arriva Donna Elvira, la quale sottrae Zerlina alle mire di Don Giovanni.
Donna Anna riconosce dalla voce di Don Giovanni che egli è l'assassino di suo padre e, accompagnata da Don Ottavio e Donna Elvira, si dirige al castello di Don Giovanni, dove si sta svolgendo la festa organizzata "in onore" di Zerlina. Qui Don Giovanni viene smascherato e su di lui viene invocata la vendetta del cielo.
Nel secondo atto, dopo altri inganni perpetrati grazie allo scambio di abiti con Leporello, Don Giovanni si rifugia in un cimitero, dove beffardamente invita a cena la statua del Commendatore. Tornato al suo castello, Don Giovanni si siede a tavola, respingendo l'ultimo tentativo di Donna Elvira di farlo ravvedere. Anche quando giunge la statua del Commendatore, che lo invita a pentirsi, Don Giovanni non arretra. È l'ora fatale: la terra si squarcia e Don Giovanni viene inghiottito tra le fiamme.
Infine, Zerlina e Masetto celebrano le loro nozze, Donna Anna e Don Ottavio progettano la loro unione, Donna Elvira annuncia di volersi ritirare in un convento e Leporello va all'osteria, "a cercar padron miglior".
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Note |
Locandina della prima rappresentazione dell'opera.
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L'opera, meravigliosa e immortale, si ispira al celebre mito di Don Giovanni, entrato nella letteratura nel 1630 con Tirso de Molina, per poi passare attraverso la penna di Molière e di Goldoni.
"Mai [Mozart] ci diede musica altrettanto tenebrosa, cruda, realistica, spregiudicata come in questo dramma crudele e febbrile; mai altrettanta dovizia di rapidi e taglienti contrasti, passando dalla dolce cantabilità all'orrore agghiacciante, dalla sublimità di rivelazioni celestiali alle minute banalità della vita quotidiana" (Paumgartner). |