Wolfgang Amadeus Mozart
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L'orchestra del 1773

di Rob Ainsley
(versione originale inglese su Mozart the man and the music)

     Non c'è mai stata un'orchestra "standard". Il numero e la qualità degli strumenti dipende, oggi come nel Settecento, dal tipo di composizione. Nel 1770, per esempio, Leopold Mozart osservò che l'orchestra milanese aveva quarantadue archi, mentre un'orchestra teatrale più piccola avrebbe potuto benissimo averne soltanto quattordici.

     Tuttavia nel corso del ventesimo secolo si è avuta una sorta di standardizzazione per quel che riguarda la collocazione dei vari gruppi di strumenti. I primi e i secondi violini ora sono posti gli uni vicini agli altri sulla sinistra, mentre i violoncelli e i bassi stanno a destra. Sino alla fine del diciannovesimo secolo, i primi e i secondi violini erano su lati opposti dell'apparato orchestrale e perciò molti compositori scrissero le parti per i violini in maniera tale da sfruttare l'effetto di simmetria dell'arrangiamento.

     In buona sostanza, tutti i lavori sinfonici di Mozart utilizzano questo "effetto stereofonico", come appare dai dialoghi tra i primi e i secondi violini. L'effetto si perde facilmente nelle esecuzioni che usano la moderna disposizione degli strumenti, con i violini accostati. Per esempio, l'inizio del secondo movimento della sinfonia n. 40 (KV 550), con le linee melodiche dei violini che si rincorrono l'una con l'altra, può perdere il suo vero carattere se i violini non sono divisi nello spazio. Ancora: il finale dell'ultima sinfonia, la "Jupiter" (KV 551), con i suoi sei temi concorrenti, può apparire confuso se le linee melodiche non vengono chiaramente distinte, e ciò è più facile da fare con le orchestre disposte secondo l'antica struttura.

     La ragione del cambiamento di posizione dei violini, così come quella di molti altri strumenti, sta molto probabilmente nel fatto che gli strumenti sono cambiati per potenza e qualità di suono in maniera non eguale, cosicché si sono alterati gli arrangiamenti ideali per un suono equilibrato. Nelle grandi sale da concerto, i secondi violini, collocati un po' più lontani dal pubblico per via della loro posizione spostata verso destra, dovevano essere diventati troppo deboli al confronto dei primi violini: perciò si è dovuto muoverli verso sinistra, più vicini al pubblico.

     La struttura dell'orchestra del Grand Théâtre di Versailles, che Mozart conobbe sia nel 1763 che nel 1778, fu registrata nel 1773 da François Metoyen, ed è riportata qui in basso: grazie ad essa possiamo conoscere le posizioni standard dell'orchestra del tempo. I violoncelli si allargano davanti ai violini, mentre i quattro bassi sembrano essere messi quasi a caso, come per riempire gli spazi vuoti. I violini sono chiaramente distinti: i primi a sinistra, i secondi a destra.

     La figura successiva mostra invece la struttura di un'orchestra contemporanea.

La struttura
dell'orchestra
del 1773
La struttura dell'orchestra del 1773
 
La struttura
dell'orchestra
contemporanea
La struttura dell'orchestra contemporanea
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Marco Murara
Ultima revisione: 25 novembre 2000